Avevi paura, volevi sempre starmi vicino, ti sentivi solo, non riuscivo a dormire la notte per te, pensavo sempre a come farti star bene, come prendermi cura del tuo amore incondizionato. Mi riempivi di pipi la casa, non mi importava, sapevo benissimo che non era colpa tua, mi arrabbiavo e lo faccio ancora ora sul fatto che ho una casa piccolissima per poterti ospitare. In due giorni mi hai dato talmente tanto amore. Il giorno ti mettevi a riposare al fianco del letto per starmi vicino per sentire il mio calore. E io ero felice come un bambino, non provavo certe sensazioni da anni. Ho dovuto prendere l’amara decisione, di darti in campagna, li sicuramente saresti stato più libero di scorrazzare con gli altri tuoi amici cani, però mi manchi. Tanto. Non mi perdonerò mai il fatto che non ho potuto darti tutto l’amore che meritavi. Non me lo perdonerò mai. Sei la mia sconfitta.
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Stasera, mi viene da affrontare un tema molto facile 😀
Si sente sempre parlare di pene d’amore, mal d’amore, gelosia d’amore, in poche parole, sofferenza “a causa” dell’amore.
Certe volte però a me viene da chiedere se in realtà si possa davvero soffrire per amore. Intendiamoci il mio concetto di “amore” è molto diverso da ciò che intende la maggior parte delle persone. Se io amo una persona, come posso anche odiarla? Per me è letteralmente impossibile. Non riesco nemmeno a concepire come possa odiare una persona che amo. Perchè, per quanto mi riguarda, non è nemmeno ammissibile usare il verbo “amare” al passato. Se io amo davvero qualcuno, come posso, in un giorno o nell’altro smettere di amarlo? Osservate attentamente, non vi sembra davvero assurdo smettere di amare? Siamo sicuri fosse davvero amore? Oppure solo una questione “mentale”. Se l’amore viene dal cuore, non è assolutamente possibile smettere di amare. Un cuore amorevole, non può fare altro: AMA. Sa fare solo questo, non può odiare. Diverso invece il discorso di un amore puramente mentale. Il classico innamoramento da “oerdere la testa”, o una infatuazione, una cotta, una forte attrazione sessuale, sono quegli amori che vengono dalla mente. Un Amore vero, non si trova nella mente, non ha un pensiero in sè, in realtà non ha nemmeno un oggetto d’amore. Semplicemente l’amore è un tutto con la persona, si può dire che la persona è amore. Ed ecco che l’amato non può che essere ricolmo solo di amore. Ma non un amore da film, è più un volersi bene, una unione di cuori. Chi ama in questo modo non potrà mai soffrire, nemmeno quando l’amato se ne andrà.
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“Una volta, una persona si avvicino’ a me, in un hotel dove ero alloggiato e, davanti a tutti i miei amici, prese ad insultarmi.
Questi erano esasperati dall’ingiustizia di cui ero oggetto, e cercarono di cacciarlo fuori. Pero’, io rimasi imperturbabile. E lasciai che l’individuo parlasse quanto desiderava.
Alla fine, quando lui ebbe terminato la sua filippica, mi disse, accaldato: “Ma, guarda un po’, costui! Io gli mando tutta una serie di improperi, ed egli resta imperturbabile!”
Gli risposi:
“Perche’ dovrei reagire? I vostri vituperi non mi rendono peggiore, ne’ i vostri elogi mi fanno migliore. Al contrario, voi state mostrando il vostro vero carattere. Vi occupate di criticare l’intero mondo, ma non lo fate verso di voi. Siete uno schiavo di voi stesso.” ……
Non permettete a nessuno di appropriarsi della vostra pace e della vostra felicità.
Restatevene quieti, invece di reagire. Rimanete protetti nella fortezza della vostra propria pace. Se qualcuno intende litigare con voi, andate per la vostra strada. E se qualcuno vi insulta, rispondete solo con lo sguardo.
Ricordate che se vi mantenete calmi, starete aprendo la porta per unirvi a Dio.
Dite, quindi, a voi stessi:
“Il mio corpo sta bene, e la mia mente e’ come un filo telefonico, tramite il quale mi pongo a contatto con Dio. Ho ritirato l’energia dai miei sensi e l’elettricita’ vitale che scorre verso il cervello. Questo, ora, si e’ trasformato in una radio divina. L’inno perfetto a Dio sono la mia salute, la mia anima, e la mia mente.
(Brano di Yogananda Paramahansa, tratto dalle sue Lezione della Self Realization Fellowship , Grado sesto, L.143)
Paramahansa Yogananda
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E’ che certe volte ti accorgi di come perseguire gli obbiettivi non voglia assolutamente dire essere felici, anzi, finito un obbiettivo, ne incomincia un altro. Sei contento solo nell’istante in cui ci sei arrivato, poi la mente si forma un altro desiderio e ti mette di nuovo in trappola.
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Psicologicamente siamo diventati degli schiavi; subiamo continuamente l’influenza di quelli che dicono “Noi conosciamo la verità; l’abbiamo realizzata. Seguiteci, vi salveremo dai vostri peccati, vi diremo che cosa fare, vi condurremo in cielo”. Ora, una mente che dipende da una autorità psicologica non potrà mai essere libera. Ma senza libertà non saremo capaci di scoprire cos’è la verità. Siamo convinti di non poter stare in piedi da soli, cosi vogliamo appoggiarci continuamente a qualcuno. Riteniamo cosi che saremo al sicuro. Cosi portiamo impressa nelle cellule del cervello l’esigenza di dipendere psicologicamente da qualcun’altro. Il nostro cervello è condizionato ad accettare un’autorità spirituale,di un prete,di un guru, di qualcuno che afferma “Io sono illuminato e vi condurrò all’illuminazione” Un uomo che sia veramente illuminato non lo dice. Se dice di esserlo, non lo è. L’illuminazione non è un’sperienza. E’ una stato della mente al di là del pensiero.
Jiddu Krishnamurti – Al di là del dolore.
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Concediti l’occasione
la pazienza ed il coraggio
e assentati silente
immobile, presente.Solo, nel Cammino
ascolta il luogo
accetta la pazzia.L’inconsueto.
Zittisci la mente
che insiste copiosaCammina ancora
e paziente ristora.Cammina ancora
e paziente ristora.tratta da Verso il Cielo – poesie
di DavideAdesso -